Mafia: si pente il boss Nizza, 6 fermi per pizzo e usura a Catania

Fabrizio Nizza fa tremare il clan dei Santapaola-Ercolano e fa scattare sei fermi eseguiti oggi dai Carabinieri

CATANIA, 12 gen. – Si e’ pentito Fabrizio Nizza, uno dei fratelli che per anni hanno gestito lo spaccio della droga al “palazzo di cemento” di Librino a Catania. Trema l’intero gruppo criminale, braccio armato della cosca mafiosa Santapaola-Ercolano. Le prime rivelazioni del boss hanno fatto scattare sei fermi disposti dalla Procura della Repbblica di Catania ed eseguiti dai carabinieri.

Sono Giovanni Cavallaro di 42 anni, Francesco Magrì di 43, Giuseppe Montegrande di 48, Giovanni Privitera di 37, Danilo e Filippo Scardino di 27 e 28 anni. Devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata all’usura, alle estorsioni e alla detenzione illegali di armi. In particolare sono accusati di avere vessato un imprenditore catanese e di averlo picchiato selvaggiamente per indurlo a pagare denaro in cambio di protezione. Messo alle strette e dopo essere stato piu’ volte picchiato, l’uomo ha dovuto cedere delle proprieta’ immobiliari.

I fermi, spiegano in ambienti investigativi, sono stati indispensabili per evitare che la frangia dei Nizza procedesse alle innumerevoli minacce di morte che erano state avanzate nei confronti dell’imprenditore. I sei farebbero parte dello stesso gruppo di fuoco che deteneva l’arsenale che i carabinieri di Catania hanno sequestrato il 20 settembre nel sottoscala di un isolato abbandonato ritrovato a pochi passi dal palazzo di cemento di Librino.

(AGI)

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