‘Ndrangheta, appalti e politica: decine di fermi nel reggino.

REGGIO CALABRIA – Ci sono anche due consiglieri comunali e il figlio di un boss calabrese tra i 33 fermati stamane dai carabinieri di Reggio Calabria con l'accusa di aver stretto accordi per controllare la gestione degli appalti. Grazie alla collusione di alcuni personaggi politici, le cosche joniche, unite in un "cartello", ottenevano l'assegnazione dei più redditizi lavori pubblici a cui fornivano calcestruzzo scadente in cambio di fatture gonfiate. "La qualità delle opere – scrivono gli inquirenti – non risultava mai come richiesto dai progetti ma sempre molto inferiore, al punto di minarne la stabilità". Per questo nei mesi scorsi la magistratura aveva deciso il sequestro di sette cantieri allestiti per ammodernare la statale 106 Jonica. Stamane gli arresti per associazione mafiosa.

Colpite le cosche della 'ndrangheta Morabito-Bruzzaniti-Palamara", Maisano, Vadalà, Talia attive nella fascia jonica della provincia. Tra gli arrestati due consiglieri di maggioranza nei comuni di Bova Marina e Samo: Sebastiano Altomonte, 54 anni, sindacalista, consigliere a Bova per una lista civica, e Giuseppe Natale Strati, 48 anni, imprenditore, consigliere a Samo per una lista di centro. Insieme a loro è finito in manette anche Carmelo Vadalà, 28 anni, imprenditore, figlio del presunto boss Domenico Vadalà, soprannominato Micu 'u lupo, capo dell'omonima cosca di Bova Marina, condannato all'ergastolo. Nell'elenco dei fermati altri imprenditori, operai e due dipendenti comunali.

Le nuove consorterie criminali avevano trovato un vero e proprio accordo per la spartizione dei proventi degli appalti pubblici tra cui la cosiddetta "variante di Palazzi" sulla strada statale Jonica, o la costruzione dell'istituto scolastico "Euclide" di Bova, appaltata dalla Provincia di Reggio Calabria e andata subaffidata a una ditta collegata al boss Giuseppe Morabito ("u tiradritto") dopo un summit tra i capicosca.

Per estromettere gli appaltatori estranei al "cartello", l'imposizione di subappalti e la sottoscrizione di lucrosi contratti di forniture nelle fasi del movimento terra, l'approvvigionamento e il trasporto di inerti. E ancora: l'effettuazione di operazioni sovrafatturate attraverso il meccanismo fraudolento legato alla realizzazione di opere di qualità inferiore a quelle oggetto di pattuizione negoziale; l'assunzioni di manodopera.

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