Patto tra politica e camorra nel salernitano, 21 arresti e sequestri per 2 milioni di euro

Coinvolto nelle indagini un politico di spicco di Sarno

SALERNO, 12 gen – Ventuno persone arrestate, 2 milioni di beni sequestrati (tra imprese, aziende agricole, conti correnti postali ed autovetture) e la scoperta di un accordo per uno scambio elettorale politico-mafioso che sarebbe stato stretto tra esponenti del clan Serino e Franco Annunziata, candidato a sindaco di Sarno (Salerno) alle amministrative dello scorso maggio. E’ il bilancio dell’operazione ‘Poker’ eseguita all’alba in provincia di Salerno dai carabinieri. Associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso e altri delitti aggravati dalle finalita’ mafiose, nonche’ associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti le accuse contestate.

Al centro delle indagini del Ros gli interessi illeciti del clan camorristico sarnese dei ‘Serino’ che spaziavano dal narcotraffico alla gestione di sale scommesse e video poker. Le indagini sono state avviate dal Ros nel 2013: nel mirino l’accordo criminale tra le organizzazioni camorristiche dell’area vesuviana e dell’agro-nocerino-sarnese ed i rappresentanti di una societa’ di noleggio di videopoker e di piattaforme telematiche di gioco dell’area vesuviana, la Viscomatic srl. Gli interessi dell’impresa vesuviana di noleggio videopoker si estendevano, oltre che nella provincia di Napoli e Salerno, anche in quella di Foggia.

Non solo affari economici, ma anche politica. In occasione delle elezioni amministrative tenutesi a Sarno lo scorso maggio, infatti, sono stati evidenziati rapporti tra il clan Serino e Franco Annunziata, consigliere allora in carica della Provincia di Salerno e candidato sindaco di Sarno come capolista di tre liste civiche riconducibili al partito del Nuovo Centro Destra. Annunziata e’ stato raggiunto dal divieto di dimora nel Comune di Sarno. Sono le immagini del Ros a catturare un incontro, il 24 maggio, tra Annunziata e Aniello Albero, fedelissimo del clan e condannato per il reato di cui all’art.416 bis che dice: ”Facci sapere e noi siamo a disposizione”.

Le indagini hanno accertato che una delle priorita’ di Gianluigi Serino era proprio quella di creare un filo diretto con l’amministrazione comunale di Sarno. Supportando il futuro sindaco di Sarno, sperava di ottenere anche concrete agevolazioni per il proprio inserimento nell’indotto dell’imprenditoria locale.

‘Siamo di fronte – spiega il procuratore della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo – ad una operazione dove camorra e politica camminano a braccetto. Questo, purtroppo, non e’ una novita’. La camorra ha anche bisogno dell’appoggio della politica.
Le ultime notizie di cronaca lo confermano ampiamente. La vera politica, la buona politica, quella con la P maiuscola, pero’ non hanno bisogno della camorra, anzi, deve contribuire all’azione di contrasto della camorra e degli altri poteri criminali. Qui invece siamo di fronte ad una politica che si occupa della tutela di interessi criminali. Quando un noto camorrista condannato per il reato disposto dall’art 416 bis avvicina un politico di regola non lo avvicina per coltivare la politica alta”.

”Il clan Serino – spiega il generale Mario Parente, comandante dei Ros – aveva interessi criminali diversificati. Alle normali attivita’ criminose, affiancava anche una attivita’ di infiltrazione economica del territorio. In questi casi spesso i sodalizi di tipo mafioso cercano alleanza con la politica locale. Per il momento, comunque, non figurano altri politici nell’inchiesta”.

(ANSA)

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